Una segnaletica per continuare a sognare

Come ormai è diventata tradizione, il 31 gennaio il duomo di Livorno è stato “invaso” dagli alunni e dalle alunne del Polo Scolastico Salesiano delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Celebrare la festa di don Bosco è ogni anno motivo di gioia e di gratitudine. La ricorrenza del 200esimo anniversario del Sogno del 9 anni rende ancora più bello festeggiare.
Durante la messa, presieduta dal vescovo Simone, il Sogno dei 9 anni è diventato la strada tracciata verso la Santità, che è la Felicità vera. Tanti “segnali” accompagnano e sostengono ciascuno cammino, così come hanno accompagnato e sostenuto Giovannino fino a diventare don Bosco. Dopo la messa, la festa è continuata per le vie della città per arrivare infine Santo Spirito. I ragazzi e le ragazze del Ciofs Fp hanno servito a tutti la merenda e poi le terze medie hanno animato una serie di giochi tema, dividi a squadre. Preghiera, gioia di stare insieme, allegria… e la certezza che dom Bosco continua a guidare i loro passi: ecco quello che questa giornata ha lasciato nei cuori di tutti quelli che vi hanno partecipato.

sr Carmen Rasori

Caro don Ángel, accomodati, sei a Casa!

Don Bosco posò il suo piede a Livorno, nel 1858, arrivando dal mare. E fu la prima volta che toccò terra toscana. Ci vollero un po’ di anni, ma, finalmente, nel 1898 arrivarono i Salesiani a iniziare la loro opera fra i giovani livornesi e, poco dopo, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Dal 1898 ad oggi… 125 anni di presenza viva e carismatica! Per celebrare questo specialissimo anniversario, don Bosco stesso è tornato in mezzo a noi, nella persona del suo decimo successore, don Ángel Fernández Artime.

Il 27 e 28 maggio, insieme ai Salesiani e a tutta la Famiglia Salesiana, come Polo Scolastico Salesiano delle FMA lo abbiamo accolto con gioia e abbiamo gustato la sua familiarità, la sua semplicità nell’incontrare grandi e piccoli e la sua disponibilità a farsi coinvolgere, come uno che da sempre è “di casa”.

Sabato è arrivato anche lui – come don Bosco – dal mare: lo abbiamo atteso alla Fortezza Vecchia e abbiamo fatto festa tutti insieme. Le autorità civili e religiose hanno salutato don Ángel, gli animatori dell’Oratorio don Bosco hanno guidato i balli, i bambini del Polo hanno cantato, gli animatori dell’Oratorio Mondo Giovane hanno raccontato di Domenico Savio e di come don Bosco gli abbia indicato la via della Santità. Alcuni giovani hanno dialogato con lui a proposito della Felicità, quella stessa che don Bosco desiderava per i suoi ragazzi, nel tempo e nell’eternità. In serata la festa è continuata al Cinema Teatro Salesiani con uno spettacolo che ha coinvolto bambini e ragazzi dell’Oratorio e della Scuola.

Domenica il Rettor Maggiore ha visitato la comunità FMA di Santo Spirito e poi a Maria Ausiliatrice una rappresentanza della Comunità Educante del Polo. A Sara Merlo – Coordinatrice Didattica della Scuola – ha chiesto: “Come fai a fare tutto questo?”. Lei ha risposto con un sorriso e lui ha concluso: “Ecco, proprio così, con il sorriso!”. Ci siamo poi ritrovati in Parrocchia, per la celebrazione eucaristica, proprio nella Domenica di Pentecoste. Un particolare segno di comunione è stato il coro “allargato”, con anche i bambini e i ragazzi della Scuola. Nell’omelia don Ángel ci ha detto che si è sentito “comodo” tra di noi, come ci si sente a casa, come ci si deve sentire in ogni casa salesiana, in qualsiasi parte del mondo. Dopo la messa, pranzo comunitario – 220 persone – preparato dai giovani allievi del Ciofs Fp Toscana che, guidati dai loro docenti, hanno stupito tutti per l’impegno e la bravura.

Prima di ripartire per Roma, il Rettor Maggiore ha preso parte al momento di animazione preparato dai giovani delle superiori, non dicendo mai no a una parola, a un abbraccio, a una foto. Sono stati due giorni preparati con cura e con la collaborazione di tanti e che lasciano in noi “un’impronta” ben marcata di don Bosco e della bellezza del carisma che ci è stato dato in dono. Siamo contenti che don Ángel si sia sentito “comodo” qui con noi. Questo ci dà la speranza che anche don Bosco si senta ancora, dopo tanti anni, a Casa qui a Livorno!

Sr Carmen Rasori

E’ lei che ha fatto tutto

“E’ lei che ha fatto”, disse Don Bosco al termine della vita esprimendo tutta la sua gratitudine all’Ausiliatrice, colei che lo aveva accompagnato lungo tutto il suo percorso a partire dal sogno dei nove anni. Ed oggi, 24 maggio 2023, come Polo Scolastico (Scuola Primaria e Secondaria di primo grado) abbiamo fatto nostre le parole di Don Bosco… siamo certi che anche oggi, per ciascuno di noi, Maria fa tutto.

Ci siamo recati al Santuario di Montenero per festeggiare la solennità di Maria Santissima Ausiliatrice… siamo giunti con mezzi diversi e da strade diverse, ma siamo saliti in alto per Celebrare le meraviglie che, attraverso l’Ausiliatrice, il Signore rinnova ancora oggi. La visita al santuario della Madonna delle Grazie ci ha ben predisposti al momento celebrativo che avremmo poi vissuto. Abbiamo sostato davanti all’immagine della Madonna di Montenero, venerata dal popolo livornese, per rinnovare il nostro affidamento a “colei che ha fatto tutto”.

Ci siamo uniti in preghiera per Celebrare il nostro grazie ed il nostro affidamento a Maria… come lei, serva della vita, che alle nozze di Cana si accorge del bisogno di gioia degli invitati ed invita suo Figlio a provvedere, anche noi vogliamo servire i fratelli, accorgerci delle necessità altri ed affidarci al Signore per essere portatori di gioia e far nascere la festa.

E così la Celebrazione Eucaristica si è riempita di suoni, musica, danze, gesti che hanno dato nuova vita al miracolo delle nozze di Cana… da oggi scegliamo di essere servi attenti, pronti a seguire, su invito di Maria, ciò che il Signore ci dirà.

Una ‘macchina’ organizzativa che ha fatto funzionare tutto in perfetta sincronia… non è scontato muoversi in 600… grazie a chi ci ha garantito i mezzi di trasporto, a chi ha portato e servito la focaccia, a chi ci ha accolto, accompagnato, a chi ha suonato, cantato danzato e celebrato… e grazie al signore della Vita, che ci ricolma di esperienze belle che ci riempiono lo sguardo di stupore.

Matteo Pantani

Una vita… da sogno

Il sogno… un tema che da tre anni contraddistingue i nostri cammini formativi. Stiamo concludendo il triennio di preparazione al bicentenario del sogno dei nove anni (il sogno che Giovanni Bosco fece a nove anni e che segnò profondamente la sua vita)… quale tema migliore, se non quello del sogno, per far festa a Don Bosco?

11 febbraio 2023: il Modigliani Forum a poco a poco alle ore 21.00 si popola della Comunità Educante del Polo Scolastico delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Tutto è pronto, preparato e pensato con cura ed amore per dar modo a circa 460 piccoli attori (dalla Scuola dell’Infanzia alla Secondaria di primo grado) di vivere un sogno su un vero palco in una cornice fantastica. Ad un tratto si spegne la luce nell’arena… silenzio… musica e luci colorate… lo spettacolo ha inizio.

Gli alunni dell’Istituto Maria Ausiliatrice e dell’Istituto Santo Spirito danno vita al musical “Omaggio ad Alice nel paese delle meraviglie” (di E.Botta e A.Benedetti). Fanno da collante gli animatori dell’Oratorio Mondogiovane del Santo Spirito e con loro si alternano sul palco anche docenti, genitori, ex-alunni… tutti uniti dal desiderio di far festa al santo della gioventù.

Ma perchè la scelta di Alice nel Paese delle meraviglie? Alice vive un sogno e ci insegna ad inseguire i sogni stessi… sognare l’impossibile è uno stimolo per crescere, soprattutto quando, come capita alla protagonista del musical, nel sogno si vivono incontri speciali; da ciascun incontro Alice coglie qualcosa che la porterà, al termine della commedia musicale, a riconoscersi cresciuta… nessun incontro la lascia così come l’ha trovata.

Ed ecco che sorge il parallelismo col sogno dei nove anni: la vita di Giovanni Bosco è segnata fortemente da un sogno, che egli cercherà di realizzare fino all’ultimo respiro. Nel sogno due incontri sono fondamentali… quello con il Signore e quello con Maria. Entrambi questi personaggi indicano un progetto di vita al piccolo sognatore; entrambi dispensano consigli, che si renderanno preziosi. Al termine della sua vita, don Bosco, riconoscerà che quel sogno ha trovato compimento e concretezza nell’opera salesiana.

Grazie allora a tutti coloro che hanno reso possibile tutto ciò: ai genitori in primis, per aver collaborato in tutto; a Marco Mazzi, per aver curato la regia dello spettacolo; a chi ha curato l’armonizzazione musicale (Dimitri Cappagli), le coreografie (Marco Mazzi e Cristina Simonti, Elena Turchi, Giulia Filippi, Giulia Turchi, Maria Paola Spallino, Michela Gazzarri); a chi ha cucito, tagliato, dipinto, smontato, assemblato, fotocopiato… ai Vigili del Fuoco, alla Misericordia, al personale tutto del Modigliani Forum… ai Signori Giacomelli, Menicagli e Rossato; a Granducato TV ed ai ragazzi del service audio e luci; ad Andrea Dani per il servizio fotografico. A chi ha curato la Direzione Artistica (Sr. M.Grazia Brogi e Matteo Pantani) e agli animatori dell’Oratorio Mondogiovane; ai docenti tutti ed al personale del Polo Scolastico. Grazie a Sr Elide De Giovanni, Ispettrice ILS, per aver condiviso con noi questa esperienza. A tutti grazie… continuiamo insieme a rendere vivo il sogno di don Bosco oggi.

Matteo Pantani

Il regalo che più desiderate

Don Bosco, un giorno, promise ai suoi ragazzi di far loro il regalo che più desideravano. Quest’anno abbiamo voluto seguire l’esempio di Domenico Savio che, in quell’occasione, gli chiese di aiutarlo ad imparare la bontà, quella Bontà che fa rima con Santità e con Felicità! Don Bosco ci ha presi sul serio e già durante la novena ci ha dato un sacco di suggerimenti su come diventarlo, raccontandoci le sue esperienze di quando era bambino e giovane.

Nel giorno della sua festa, proprio il 31 gennaio, siamo andati tutti insieme in Duomo per celebrare la Messa (c’era anche il nostro vescovo Simone Giusti), e lì don Bosco ci ha infine rivelato la ricetta della Bontà: allegria e cuore in pace con il Signore, fedeltà agli impegni quotidiani, disponibilità ad aiutare gli altri, sempre. La ricetta ci è piaciuta moltissimo e, consapevoli che comporti parecchio impegno, abbiamo detto che noi ci s(t)iamo, ma che don Bosco deve darci una mano.

Dopo la messa siamo andati a Santo Spirito e sicuramente in città si sono accorti del nostro passaggio (una fila che non finiva più…). Appena arrivati i ragazzi del primo anno del Ciofs Fp ci hanno servito con molta premura schiacciata e tè e poi abbiamo giocato! Gli insegnanti, con la collaborazione dei ragazzi di terza media, hanno preparato per noi un super gioco al quale don Bosco stesso ha desiderato partecipare, perché – ci ha detto – non può rinunciare a stare in mezzo a noi, per conoscerci fino in fondo al cuore e per aiutarci ad essere felici. Premio finale per tutte le classi e poi… a casa contenti, portandoci via il regalo di don Bosco.

Sr Carmen Rasori

Un buongiorno con Don Bosco

Ci prepariamo così, quest’anno, a far festa a don Bosco. La nostra novena ci vedrà ricevere ogni giorno un buongiorno speciale… Alcuni membri della nostra Comunità Educante ci racconteranno dei fatti della vita del santo dei giovani; questi fatti però ripercorreranno soltanto il periodo della giovinezza e fanciullezza di Giovanni Bosco. Vogliamo imparare dal suo esempio che con la carità e la mansuetudine si cresce; vogliamo così ripetere che NOI CI STIAMO ad essere buoni, ogni giorni, con piccoli gesti.

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Uscita delle nostre canzoni

E’ ufficiale! L’11 Febbraio esce, su tutte le piattaforme digitali, l’EP del Polo dal titolo “Una Scuola Per Te”. All’interno l’inno “C’è una scuola per te” e il canto a Don Bosco “La Mia Vita Vi Darò”.

Una scelta, la nostra, quella di offrire ad altre scuole, ad altre realtà salesiane, la possibilità di ‘cantare con noi’, ‘cantare di noi’. Le due canzoni presenti nell’EP (scritte in collaborazione tra Dimitri Cappagli e Matteo Pantani con il supporto, gli arrangiamenti, il mixaggio e la produzione di Carlo Bosco) nascono dal bisogno di esprimere in musica l’esperienza, tutta salesiana, che si vive all’interno delle Scuole del Polo Scolastico.

L’inno “Una scuola per te” cerca di tradurre in melodia l’essenza di una Scuola Salesiana: l’essere Casa che accoglie, Scuola che avvia alla Vita, Cortile per incontrarsi e vivere in allegria, luogo che indica il cielo; una scuola che accoglie così come si è e rende protagonisti… un luogo che ricorda a tutti la propria mission: vedere i giovani felici nel tempo e nell’eternità (facendo propria l’espressione di don Bosco).

Il canto “La mia vita vi darò”, composto per il mese salesiano 2022, intende rendere vive oggi le parole di don Bosco: “Io per Voi studio, per Voi lavoro, per Voi sono pronto anche a dare la Vita”. Ancora oggi queste parole risuonano in ciascuno di noi; viaggiando attraverso il tempo e lo spazio giungono al nostro cuore, oggi, più vive che mai. Ci sentiamo da lui amati, noi oggi, come i giovani di allora. Questo alimenta la nostra speranza ed i nostri sogni di futuro.

Buon ascolto.

Matteo Pantani

Far festa a Don Bosco… a distanza

Non potevamo rinunciare a far festa a San Giovanni Bosco, padre, maestro, amico della gioventù. E così abbiamo cercato di prepararci per vivere questo momento.

Durante la novena, grazie alle Juniores (le giovani suore) dell’Ispettoria ILS (Emiliana-Ligure-Toscana), la Comunità Educante e gli alunni hanno avuto modo di conoscere alcuni sogni di don B0sco attraverso semplici video, che ogni mattino hanno dato il buongiorno a bambini, m ragazzi, genitori, personale docente e non. I video sono stati non solo un motivo in più per conoscere don Bosco, ma anche un’opportunità di riflessione e confronto.

Oggi, 31 gennaio, in occasione della festa liturgica del Santo fondatore dell’opera salesiana, alle 10.00 in punto, tutti gli alunni del Polo Scolastico si sono incontrati virtualmente su piattaforma per dar vita ad una tombolata. Ogni classe dotata di una grande cartella, si è sfidata non solo a colpi di fortuna per accaparrarsi ambo, terno, quaterna, cinquina e tombola, ma anche a suon di ‘sogni’; infatti la tombola prevedeva anche alcune domande riguardanti i sogno approfonditi durante la novena.

Il tutto è stato scandito dal canto “La mia vita vi darò”, composto proprio per far festa a Don Bosco.

Matteo Pantani

Ripartire da Don Bosco

Il Sistema preventivo di Don Bosco, è stato il tema del Sabato mattina 18 Settembre, momento offerto a tutti i docenti del Polo Scolastico Salesiano di Livorno, tempo che ciascun educatore, maestro e professore, parte della comunità educante, ha dedicato
all’ ascolto e alla condivisione di quanto caratterizza la spiritualità del Santo educatore, lasciata in eredità ai suoi figli.

Il cammino dell’ anno scolastico appena intrapreso vedrà ciascuno impegnato al fianco dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie che hanno scelto la nostra opera come scuola e casa salesiana in cui crescere, per essere persone capaci di amare, pensare e scegliere; perciò è stata un’opportunità ripartire da Don Bosco, padre e maestro, che ci ricorda la preziosità dell’ arte di educare l’uomo nella sua integrità, affinché possa vivere nella gioia la propria vocazione.

Il lavoro insieme ci ha ricordato la grandezza della missione alla quale ciascuno di noi è stato chiamato: offrire cuore, ambiente, tempo e condizioni affinché ogni giovane possa essere generato dalla relazione educativa, potendo fidarsi di adulti che vedano in loro il bene, li aiutino a coltivare le loro potenzialità e valorizzino i loro desideri di crescita, attraverso una progettualità che pone la persona al centro.

Ci auguriamo vicendevolmente di educare con passione, narrando con la nostra vita che si può essere felici nel tempo e nell’eternità come diceva San Giovanni Bosco.

Suor Martina Gaiani

Istruire ed educare nella Scuola Salesiana

Tutti devono avere la possibilità di andare a scuola perché tutti hanno il bisogno e il diritto di istruirsi e di dedicare parte della propria vita a costruire, passo dopo passo, quel bagaglio di conoscenze necessarie per divenire membri attivi della collettività. Ma l’istruire, termine che deriva dal latino in-struere, ossia l’inserire all’interno della persona un contenuto scibile, è ben poca cosa se non è accompagnato, in un perfetto e proficuo dialogo, dall’educare. Questo termine, anch’esso derivato dal latino e precisamente da ex-ducere (ossia il trarre fuori dal di dentro di una persona una capacità, una potenzialità o un tratto caratteriale) è un concetto germano dell’istruire. Dov’è l’uno vi deve essere anche l’altro, se si vuole che la formazione scolastica debba essere conseguita in tutta la sua completezza.

Ciò era ben chiaro a Don Bosco, il quale, seguendo gli insegnamenti di Francesco di Sales in tema di paideutica, decise di fondare l’Oratorio. Questo era uno spazio in cui i ragazzi, vivendo giorno dopo giorno esperienze istruttive ed educative, scoprivano il loro modo di essere al mondo.

Con Don Bosco la formazione scolastica si è trasformata in una dimensione in cui la familiarità e la confidenza, mostrate dall’educatore nei confronti dei suoi studenti, hanno permesso di condurre ciascun ragazzo lungo un proficuo percorso educativo, determinando così la frattura di quella barriera di diffidenza che spesso si registra nel contesto della vita scolastica. Per Don Bosco, infatti, il cuore pulsante della vita della sua scuola non sono i libri e i docenti, bensì, gli alunni stessi. Sono quest’ultimi i veri protagonisti, i veri attori sul palcoscenico, i quali ogni giorno, seguendo le linee di una spiritualità non di alta caratura intellettuale e puramente teorica, ma quotidiana, umile, semplice e diretta, sono condotti a scoprire da soli chi essi sono veramente e a maturare il corretto modo di comportarsi nella relazione con gli altri.

Le scuole salesiane, che proprio da Francesco di Sales derivano il nome, poggiano, pertanto, sui pilastri di un Umanesimo Cristiano, per mezzo del quale la dimensione profondamente e sinceramente religiosa di un legame forte e intenso con un Dio, che ci ha fatto dono della vita e della ragione, si unisce e fonde con l’attenzione e l’interesse verso la dimensione sociale, politica ed etica dell’uomo. Don Bosco parlava infatti dell’educatore come di una funzione civile a tutti gli effetti, il cui compito primiero è far maturare studenti che possano essere un domani “utili cittadini”. E a tal riguardo in un suo piccolo e conciso ma denso scritto, Il sistema preventivo nell’educazione della gioventù, egli descrisse il suo modello educativo, denominato appunto sistema preventivo. Attraverso esso, egli mirava a un obiettivo, semplice nella sua definizione ma estremamente difficile nella sua attuazione: sottrarre alla vita della strada i ragazzi, curandoli sotto il profilo spirituale, psicologico e intellettuale, mirando così a prevenire il disordine nella società. Ai suoi occhi, ogni giovane è un unicum, il quale dotato di abilità, energie e capacità e nello stesso tempo bloccato da difficoltà, insicurezze e paure, deve essere supportato, guidato ed educato. Aiutando così il ragazzo a trarre fuori dalla sua anima le prime, e a eliminare le seconde, egli lo guidava nel trovare il proprio “punto accessibile al bene”.

Per riuscire nell’intento di essere non solo una guida intellettuale ma anche educativa e quindi una figura degna di fiducia, l’educatore salesiano deve aver presente i fondamenti di questo sistema preventivo:
-La ragione, ossia credere che per mezzo di questo dono di Dio l’uomo possa essere in grado di apprendere e decidere nella e della propria vita.
Religione, ossia sentimento spirituale e visione del mondo e della vita, che supporta l’uomo nei momenti di difficoltà e che gli permette di orientarsi verso il bene.
Amorevolezza, che è il fondamento di ogni vera azione educativa, perché nell’entità dell’amore è presente in germe la volontà del creare, del costruire e del donare la vita.
Fiducia nell’educazione, perché è lo strumento che l’uomo possiede per creare una società ordinata e posta su saldi principi.
Ottimismo, perché ricordiamo che per Don Bosco “ogni ragazzo possiede un punto accessibile al bene”.
Amicizia, poiché essa condivide con l’amore quella forza che lega gli esseri umani e permette di rinsaldare le basi della società.
-Il gioco, non identificabile solo come semplice svago ma come mezzo per cementare ulteriormente il senso di fratellanza e allegria, condivisa negli spazi aperti del cortile e del giardino.

La scuola salesiana è, quindi, una casa che accoglie, una parrocchia che evangelizza, una scuola che si occupa di avviare alla vita. Questo è quanto hanno condiviso e riflettuto i docenti del Polo Scolastico FMA di Livorno nella giornata formativa del 18 settembre 2021.

Francesco P. M. Del Monaco