La mattina dell’8 settembre si è svolto il consueto incontro per la formazione del personale del Polo Scolastico delle FMA di Livorno presso l’Istituto Santo Spirito: un’occasione per riunire docenti di ogni ordine e grado e non docenti appartenenti ad entrambi gli Istituti (Maria Ausiliatrice e Santo Spirito) per illustrare la proposta di pastorale del Movimento Giovanile Salesiano di quest’anno ed approfondire sempre più il carisma salesiano.
Dopo tre anni in cui la Proposta Pastorale ha fatto riferimento al “Sogno dei nove anni” di Don Bosco (attraverso i percorsi #Livethedream, #Makethedream e #Sharethedream), torna ad essere al centro la tematica del sogno. Il logo scelto propone al suo interno simboli che richiamano tre sogni del Santo dei giovani, ovvero “Il sogno delle due colonne”, “Il sogno del pergolato di rose” ed “Il sogno delle tre fermate”; in questi si evidenzia ancora una volta la figura dell’educatore (sia esso docente che non) come guida e si mette in chiaro la sua missione di accompagnamento nei confronti dei bambini, ragazzi e giovani.
Con la frase “Tu vedi più lontano di me” (#sullastradadeisogni) ha inizio un progetto di cammino condiviso, una segnaletica per sognare (citando la presentazione di Don Stefano), che ha come scopo quello di fornire al ragazzo le basi per poter sognare il proprio futuro.
Così come nel Sogno delle tre fermate, l’educatore, seppur con fatica e sacrificio, ha il dovere (ed il privilegio) di condurre il proprio ‘gregge in preda alla confusione’ verso la strada della crescita: una via scandita da tre fermate nelle quali ‘il gregge’ subirà man mano dei cambiamenti e diventerà un gruppo omogeneo e placido di agnelli con al seguito altrettanti pastori. Da questo sogno possiamo facilmente comprendere quale sia la missione dell’adulto e, soprattutto che, per quanto tortuoso possa essere questo cammino di crescita, Dio gli è accanto poiché Lui vede più lontano di lui.
Don Stefano ha chiarito, però, che l’apprendimento e l’ascolto non sono unidirezionali, ma, così come simboleggia la scala all’interno del logo, reciproci: la crescita comporta un continuo ascolto e dialogo tra giovane ed educatore. Difatti, seppur l’adulto si possa considerare come “un pastore del proprio gregge”, deve sempre ricordare che quel gregge può parlare a lui con la voce di Dio e metterlo alla prova continuamente con domande difficili.
Concludendo l’incontro e rimandando alla figura della clessidra e del tempo come dono fattoci da Dio, l’educatore deve far sì che il ragazzo colga le occasioni che il tempo gli donerà e, soprattutto, che investa sul proprio futuro imparando dal proprio passato.
Auguriamo quindi a tutti i bambini, ai ragazzi, al personale docente e non un buon inizio e un buon cammino, facendo nostre le parole di don Bosco “Siate felici nel tempo e nell’eternità”.
Chiara Bersotti