Ogni volta che intraprendi un nuovo viaggio non sai mai ciò che ti aspetta: un mix tra ansia, curiosità, preoccupazione e aspettative.
Prima di questa esperienza non avevo mai visitato la Bulgaria, mi accingevo a condividere questa esperienza non solo con suor Grazia, ormai compagna di viaggi consolidata, ma anche con quattro allieve dell’istituto che io conoscevo poco perché appartenenti ad una classe con cui non lavoro.

Ogni volta che intraprendi un nuovo viaggio non sai mai ciò che ti aspetta: un mix tra ansia, curiosità, preoccupazione e aspettative.

Prima di questa esperienza non avevo mai visitato la Bulgaria, mi accingevo a condividere questa esperienza non solo con suor Grazia, ormai compagna di viaggi consolidata, ma anche con quattro allieve dell’istituto che io conoscevo poco perché appartenenti ad una classe con cui non lavoro.

Arrivate a destinazione le ragazze sono state affidate alle famiglie dove hanno pernottato e trascorso parte delle giornate.
L’accoglienza è stata coinvolgente, ci hanno allietato con canti, balli e cibi tradizionali.

Durante l’intera settimana si sono alternati momenti di lavoro all’interno dell’edificio scolastico, ad uscite culturali in diverse località.
Il progetto dal titolo “La matematica intorno a noi” è stato ampiamente approfondito attraverso le seguenti modalità:
– uscite per andare alla ricerca di elementi geometrici nei differenti stili architettonici: chiese, palazzi, case e monumenti
– lavori di gruppo eseguiti dai ragazzi dei diversi paesi partecipanti insieme agli allievi bulgari , all’interno dei quali ogni studente si metteva in gioco apportando il proprio contributo personale,
– presentazione del lavoro finale attraverso supporti multimediali.

I colleghi bulgari hanno ben organizzato la settimana rendendo interessante ogni singola attività, inoltre i luoghi da noi visitati sono stati molto significativi per comprendere a grandi linee la cultura, la storia, le tradizioni e la loro condizione sociale attuale.

Questa esperienza è riuscita senza dubbio ad arricchire noi insegnanti, ma soprattutto le ragazze che sono entrate a contatto diretto con una realtà molto diversa dalla nostra. Spero che tutte noi riusciremo a portare per molto tempo il ricordo di questo viaggio nei nostri pensieri e che a me spesso ha fatto pensare ai racconti d’infanzia dei miei genitori.

Marta Ceccanti