“Cosa vorresti fare da grande?”… una domanda che spesso trova risposte stravaganti; risposte che nascono da sogni desideri alimentati dall’esperienza quotidiana. I bambini della scuola dell’Infanzia “Maria Ausiliatrice” hanno vissuto l’esperienza di diventare giovani botanici. Chissà che questa professione, da oggi in poi, non possa essere una tra le tante risposte date alla domanda di cui sopra?!
Per un po’ di tempo, con occhi furbi da scienziati hanno contato ed osservato con attenzione i semi. “Sono bianchi, sono lisci lisci, freddi al tatto…” Con delicatezza hanno preparato un nido di cotone e poi hanno messo l’acqua (né troppa ne poca, si sono raccomandate le maestre) dopo averli messi al sicuro chi in bicchierini chi in bustine e, sempre da bravi scienziati, hanno atteso.
Ed ecco che la buccia del fagiolo si rompe, escono le prime radici che vanno giù nel terreno o nella bambagia alla ricerca di acqua; poi il fusto e le prime foglie che vanno su alla ricerca di aria e di luce. Così, nelle aule trasformate in serre, senti i bimbi parlare tra loro mentre osservano orgogliosi la crescita delle piantine “Questa è più alta, quella è più bassa…” e le maestre guidare la conversazione “Raccontiamo insieme cosa abbiamo fatto? Come si è trasformato il semino? Che cosa serve alla pianta per crescere? Che dite, lo disegniamo?” Il tutto sulle note della canzone del semino che il maestro Emanuele ha scelto per noi.
Così con il gioco, le chiacchiere, il canto, i disegni raggiungiamo l’obiettivo voluto: non solo osservare il ciclo vitale di alcuni esseri viventi, ma scoprire ed interiorizzare relazioni temporali, relazioni causali, relazioni spaziali, sviluppare atteggiamenti di cura verso la natura, confrontarsi e collaborare… Tutto questo grazie a un semino. Ma non scordiamo mai, che imparando, si sono soprattutto divertiti e meravigliati!
Manuela Boi