Apertura a.s. 2019/2020

Venerdì 18 ottobre 2019 le due Scuole Primarie e Secondarie di primo grado del Polo Scolastico delle Figlie di Maria Ausiliatrice (Istituti Santo Spirito e Maria Ausiliatrice), hanno vissuto insieme nella Chiesa del Sacro Cuore la Celebrazione Eucaristica di inizio anno. E così i 500 alunni, accompagnati dai docenti, si sono incontrati davanti al Signore della Vita, per iniziare davanti a Lui questo nuovo cammino.

Il tema che quest’anno farà da guida all’attività pastorale nelle scuole del Polo è “Puoi essere santo #lidovesei; il tema, proposto dal Movimento Giovanile Salesiano Nazionale invita a intraprendere un cammino verso la santità, che si traduce in piena felicità, secondo la via tracciata dal Vangelo delle Beatitudini. La santità non dovrebbe essere qualcosa di distante da noi, ma un motivo per cui vivere ogni giorno della nostra vita; i santi in fondo hanno fatto proprio questo: vivere ogni giorno, cercando di fare bene le piccole cose con l’aiuto di Gesù, consapevoli che anche le cadute fanno parte del cammino.

Partendo dalla frase di don Bosco “Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri”, i bambini ed i ragazzi hanno dato vita ad una vivace Santa Messa; per dare concretezza al tema dell’anno sono state utilizzate delle scatole, che, dapprima, hanno presentato il lato bianco, come la vita di ciascuno di noi, talvolta fin troppo semplice, quasi vuota; all’Atto Penitenziale le scatole hanno fatto vedere il loro lato scuro, come la nostra vita, che si “sporca” quando non riusciamo a seguire la via delle beatitudini e della Parola.

Al Vangelo le scatole si sono colorate di colori vivaci; su di esse le beatitudini: questa è la strada che Gesù ci indica. Ed ecco che alla presentazione dei doni sono state poste ai piedi dell’altare delle tinte colorate, per sottolineare che, dopo aver accolto la Parola di Gesù, serve il nostro impegno per colorare di colori nuovi la nostra vita e poter così giungere alla vera felicità. E così, sul canto finale, le scatole si sono aperte ed hanno fatto uscire dei colorati palloncini, per dire che, sulla via delle beatitudini, si diventa santi, perché felici, perché allegri, perché colmi di gioia, quella vera!

Dopo la Messa i ragazzi si sono spostati nel cortile dell’Istituto Maria Ausiliatrice, dove, dopo aver fatto merenda, hanno continuato a scoprire il cammino di santità tracciato dalle Beatitudini con giochi a tema. È stato veramente un bel momento di condivisione tra i ragazzi dei due istituti.

È stata una bellissima occasione anche per i docenti di tutto il Polo Scolastico; abbiamo trascorso una mattinata insieme, affidando al Signore il nostro anno e i nostri ragazzi, sperando di essere capaci di camminare insieme al loro nella gioia, verso quella felicità che solo la santità può donarci.

Emanuele Carbonell

Per essere santi #lìdovesiamo

18 settembre 2019: il corpo docenti del Polo Scolastico Salesiano si è riunito per approfondire, insieme a Suor Manuela Robazza* (Presidente Nazionale del Centro Italiano Opere Femminili Salesiane Formazione Professionale), la Proposta di Pastorale rivolta a tutti gli ambienti educativi dell’Italia Salesiana per l’anno 2019/2020: Puoi essere santo #lìdovesei.

Cosa significa essere santi? Cosa significa vivere nella santità? Il primo passo necessario è quello di spogliare l’idea di santità da tutte quelle attribuzioni cui tanto siamo abituati, soprattutto i giovani. Questa idea, infatti, spesso è associata al concetto di perfezione che, come ben sappiamo, esclude ogni forma di difetto o errore. I Santi, come ci ricorda Papa Francesco, non erano perfetti, basti pensare all’adolescenza inquieta di Sant’Agostino e alle sue parole “Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo […] Tu eri con me, ma io non ero con te”; o a San Giovanni Battista e alla sua tortura interiore del dubbio; o a San Francesco. La lista potrebbe essere lunga, meglio fermarci qua.

La proposta in realtà è un vero e proprio elogio dell’imperfezione. In altre parole è inutile cercare di tendere alla perfezione o chiedere ai giovani di farlo. Possiamo benissimo essere santi così come siamo. I santi dopotutto non sono quelli che rimangono sempre in piedi, ma sono quelli che sanno rialzarsi dopo una caduta, persino dopo una brutta caduta. Come possiamo rialzarci quando la nostra mente è angustiata e afflitta da pensieri e da problemi che ci precludono la serenità? La risposta ce la suggerisce Suor Manuela Robazza: dobbiamo riconoscere di essere amati da Dio, dobbiamo riconoscere l’amore di Dio e ammirare la gioia della nostra vita. I motivi per i quali ci alziamo al mattino non sono altro che i segni dell’amore di Dio. Dio si è fatto uomo per convincerci che è possibile sentire la pienezza della vita così come si è.

Ma come è possibile, per noi docenti, declinare il concetto di santità durante le lezioni coi nostri alunni? Ancora una volta Suor Manuela Robazza ci viene in soccorso leggendoci un brano del Nuovo Testamento (Atti 20, 7-12) “Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte. C’era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti; un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto sulla finestra, fu preso da un sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto. Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è ancora in vita!».Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino all’alba, partì. Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.”
Se ci fermiamo un attimo a pensare all’effetto che tante volte le nostre parole e i nostri discorsi hanno sui giovani possiamo constatare che esso non è lontano da quello letto nel brano: un effetto soporifero. Esiste una difficoltà di comunicazione, un ostacolo tra il nostro mondo e il loro che deve essere infranto. Dobbiamo sforzarci di fare come Paolo che scende, si getta sul ragazzo e lo abbraccia. Forse questa volta la strada da seguire ce la indica don Bosco: “Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi”.

Suggerisco per chi ancora non lo avesse fatto la visione di un video realizzato per l’ufficio di Pastorale Giovanile della diocesi di Perugia, che sotto riportiamo. Il video è un multifandom di vari film e serie tv ed utilizza la catechesi di don Fabio Rosini “L’eredità dei santi”.

Dario Dini

 

Suor Manuela Robazza, laureata in lettere alla Cattolica di Milano, è stata insegnante all’Istituto Maria Ausiliatrice, a Torino. Nel 1995 entra alla rivista Primavera, di cui diventa responsabile. Nel corso degli anni matura molte esperienze occupandosi della Pastorale Giovanile tra Torino e Roma, dove per sette anni segue un impegno nella Consulta Cei.

È stata vicepresidente del Forum degli Oratori Italiani e direttrice del Centro scolastico e formativo di Chieri e, infine, di Cumiana, in provincia di Torino. Nei complessi scolastici in cui lavora ha spesso contatto con l’area dedicata alla formazione professionale, ragione per cui, a inizio 2017, è chiamata nel consiglio di direttivo nazionale di Ciofs-Fp e quindi eletta presidente.