Finisce un anno intenso e bellissimo. Alla scuola dell’infanzia si è lavorato e sperimentato tanto. Si è lasciato che i bambini scoprissero dalla vita, che è maestra, e imparassero dall’esperienza cosa vuol dire attesa, pazienza, cura, stupore e meraviglia, fatica, vita, crescere, stagioni, acqua e sole, proteggere, produrre fiori e frutti, gioia, raccogliere… Chi può insegnare a vivere se non la vita stessa?
Ed allora eccoli impegnati, piccoli ortolani, in un progetto didattico di “orto” in cui hanno sperimentato tutto: dalla preparazione delle vasche e del letto di terriccio alla semina, sia all’esterno che, con varie modalità, all’interno delle aule, al ripulire dalle erbe, all’innaffiare, al vedere i germogli nelle diverse fasi di crescita con piante diverse, vedere la fioritura, comprendere la funzione delle api, del vento, scoprire la prima comparsa del frutto fino al raccogliere e mangiare piccoli prodotti. Alcuni hanno scoperto che i pomodori, le carote, le fragole ed altri prodotti non nascono sui banchi dei supermercati, ma sono frutti della terra e della cura dell’uomo!
Impagabile la gioia sui volti, la curiosità e la voglia di fare che i nostri piccoli di entrambe le sedi scolastiche hanno manifestato. Non insegnabile in altro modo ciò che la vita e l’esperienza hanno potuto trasmettere a questi bambini soprattutto in relazione ai valori del fare in prima persona qualcosa che produce frutto, del prendersi cura, del rispetto del Creato, della gratuità del proprio gesto e della risposta della terra alle mani attente dell’uomo e, non ultimo, della possibilità di lavorare tutti insieme per qualcosa di bene e di rendere grazie a Dio per tutto ciò.
“Orto didattico”? Di più. Scuola di vita.
Silvia Turrisi