25 marzo 2022. Data significativa per i cristiani, giorno in cui si festeggia l’annunciazione del Signore, cioè il ‘sì’ di Maria a Dio che permette l’incarnazione del Figlio per la salvezza dell’uomo. Giornata doppiamente importante per l’evento che il papa Francesco ha indetto per oggi e cioè la consacrazione dell’umanità e in particolare della Russia e dell’Ucraina a Maria, perché come Madre si prenda cura di tutti e guidi sulla via della pace.
Anche i nostri piccoli – i più piccoli della Scuola dell’Infanzia! – ancora incapaci di discernere tra ciò che è bene e ciò che è male, quelli che, data la giovane età, agiscono nell’immediatezza ancora più per istinto che per consapevolezza, proprio loro il cui cuore ancora non conosce l’intenzionale ricerca di ciò che danneggia sé e l’altro, oggi hanno unito la propria voce a quella del mondo intero. La loro Ave Maria cantata con gioia e convinzione, il loro fiore donato alla Madonna, i loro cartelloni collettivi con il messaggio della pace sono stati una richiesta accorata di poter vedere quel mondo, guidato da persone “grandi” che sanno già pensare e sono consapevoli e responsabili delle sorti dell’umanità e della terra, esprimere la sua bellezza e la sua armonia. Un mondo in pace, degno dell’uomo, e prospettiva di un futuro dignitoso per ciascuno di loro.
Cosa avranno capito di quell’ave Maria? Certamente che ci sono degli uomini che litigano e si fanno tanto male e che loro con la loro piccola preghiera, con l’“Ave Maria”, potevano fare qualcosa per aiutare e affidare tutti alla Mamma del cielo perché fosse lei ad intervenire per fermare quella cosa con le armi che i grandi chiamano guerra.
Di fronte alla guerra che ora è in atto tra Russia e Ucraina e le tante guerre che si stanno ancora combattendo nel mondo anche noi adulti, che li abbiamo accompagnati, abbiamo chiesto di cuore che quella luce grande, che certamente dal cielo viene offerta generosamente, sia accolta e siano illuminate le menti di coloro che possono “fare la pace” per un mondo più giusto, più capace di cura reciproca e di amore per l’altro, più umano.
Sr Silvia Turrisi