Guarda profondamente nella Natura e capirai tutto meglio (Albert Einstein). Questo è stato il tema scelto per la sesta edizione del concorso di poesia indetto dal Liceo Niccolini-Palli per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado del territorio di Livorno, Collesalvetti e Capraia. “Cerchiamo, con questo concorso giunto alla sesta edizione – spiega la dirigente scolastica Cini – di promuovere […]

Guarda profondamente nella Natura e capirai tutto meglio (Albert Einstein).

Questo è stato il tema scelto per la sesta edizione del concorso di poesia indetto dal Liceo Niccolini-Palli per gli alunni delle scuole secondarie di primo grado del territorio di Livorno, Collesalvetti e Capraia. “Cerchiamo, con questo concorso giunto alla sesta edizione – spiega la dirigente scolastica Cini – di promuovere la, valorizzare eccellenze nelle competenze linguistiche, motivare, anche attraverso l’esperienza concorsuale, all’approfondimento della lingua e della letteratura italiana, incoraggiare percorsi didattici innovativi”.

Le liriche in gara sono state ben 265. Il Polo Scolastico delle Figlie di Maria Ausiliatrice non poteva non partecipare alla splendida
iniziativa aderendo con sette alunni/e, una delle quali (della classe seconda dell’Istituto Santo Spirito) si è aggiudicata il quarto posto con la poesia “Il delfino”.

La cerimonia di premiazione è avvenuta nell’Auditorium Giorgio Kutufà presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo.

Dario Dini

Il delfino

La pelle argentata che il sole riflette,
il corpo gioioso fa danze perfette,
la voce soave che culla le orecchie,
il mare sovrano che tutto permette.

E poi arriva l’uomo di soldi affamato,
rinnega la madre, rinnega il creato,
non vede beltà, non vede splendori,
e genera sbagli e genera orrori.

Mai più danzerai, mio tenero amico,
quell’oro nefasto il tuo corpo ha ferito,
mai più riusciremo a sentire il tuo canto,
e solo terremo per noi quel rimpianto.

Di non averti potuto salvare,
né te né tua madre nel vostro danzare,
di non riuscire a cambiare il motore,
di questo mondo che genera orrore.

E nasce un bambino, e si sente il suo pianto,
di colpo ricordo quel dolce suo canto,
e se in una vita c’è amore abbastanza,
è in quell’amore che c’è la speranza.