Dopo aver studiato il testo riguardante la lettera, la classe 4a Primaria dell’Istituto “Maria Ausiliatrice” si è cimentata in un compito di realtà: ciascun/a alunno/a ha scritto una ‘vera’ lettera ad un compagno/a con indirizzo completo di destinatario, mittente e francobollo da spedire nella cassetta delle poste della nostra città. Questa esperienza non è stato […]

Dopo aver studiato il testo riguardante la lettera, la classe 4a Primaria dell’Istituto “Maria Ausiliatrice” si è cimentata in un compito di realtà: ciascun/a alunno/a ha scritto una ‘vera’ lettera ad un compagno/a con indirizzo completo di destinatario, mittente e francobollo da spedire nella cassetta delle poste della nostra città.

Questa esperienza non è stato solo un esercizio legato ad un registro o ad una vecchia prassi, ma è stata un’occasione per far approcciare i bambini ad una situazione reale al fine di porre in essere conoscenze apprese ed abilità. Oggi tutti siamo ormai abituati alle relazioni digitali e a comunicare in maniera istantanea tramite app, mail e social network da avere perso quasi del tutto l’abitudine di scrivere di nostro pugno anche le cose veramente importanti. I giovani, soprattutto, ma anche i nostri bambini della Scuola Primaria sono continuamente in contatto tramite la comunicazione digitale: basta inviare velocemente un messaggio, utilizzando spesso “faccine” simboliche, in grado di trasmettere sentimenti ed emozioni.

I bambini hanno potuto, attraverso questo compito di realtà, scoprire il valore di una lettera scritta a mano attraverso cui parlare di sé, esprimere sentimenti e descriverli con le parole che escono dal cuore e non con ‘ermetici’ simboli.

Entusiasti del compito da assolvere, hanno imparato il proprio indirizzo completo anche di c.a.p. da comunicare all’amico/a mettendo da parte per un po’ le nuove tecnologie di comunicazione di uso quotidiano, ma hanno anche dovuto cercare parole adatte per raccontare, narrare, ri-dire il loro sentire, senza l’uso di una faccina.

Elisabette Capanna